martedì 20 ottobre 2020

#step07 IL MITO

 

Mito del vento e perché lo strumento ad esso legato è l' anemometro


 

Nella mitologia greca, Anemone era un’affascinante ninfa. Di lei si erano innamorati due venti: Zefiro, che soffia in primavera e Borea, freddo di tramontana. I due, nella lotta per contendersi l’amata, scatenarono bufere e tempeste, facendo arrabbiare Flora (Dea della vegetazione) che, ingelosita, scagliò un incantesimo su Anemone, trasformandola in un fiore e legandola ai suoi spasimanti per sempre. La corte di Zefiro, delicato vento di primavera, l’avrebbe fatta schiudere; mentre le carezze di Borea, vento freddo, l’avrebbe portata a disperdere precocemente i petali. Secondo la leggenda, per questa ragione è un fiore di breve durata. Il suo significato latino “soffio vitale“, richiama proprio il suo carattere effimero.

La Torre dei Venti ad Atene conferma il mito e rappresenta in effetti Zefiro e Borea e, con loro, tutti gli altri. La struttura è alta 12 metri e ha un diametro di circa 8 metri. Nel passato il tetto era sormontato da una banderuola segnavento a forma di Tritone, indicante la direzione del vento. Sotto una cornice adornata da teste di leone, con funzione di grondaia, corre il famoso fregio raffigurante le otto divinità del vento: Borea (N), Kaikias (NE), Euro (E), Apeliote (SE), Austro (S), Lips (SO), Zefiro (O), e Skiron (NO). I Venti sono raffigurati in volo, con le ali spiegate, recanti frutti, corni o bacili d'acqua come doni simbolici della stagione in cui spirano.

Proprio la difficoltà nel quantificare, “fotografare” il vento, l’aveva fatto associare nell’antichità all’anima (anemos). Al soffio di Dio che rende persona. Radice che ancora oggi ritroviamo nel nome dello strumento per la misura dell’intensità del vento: l’anemometro.






torre dei venti ad Atene


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