All'inizio di questo
percorso l'anemometro era per me uno strumento sconosciuto, invece ora sarei in grado di usarlo correttamente.
L'anemometro è uno
strumento meteorologico atto a misurare velocità e direzione del vento:
esistono molti tipi di anemometri che sfruttano diversi principi fisici per
raggiungere lo scopo, come la pressione dinamica su elementi rotanti o il trasferimento di calore per convezione, così come esistono strumenti complementari dell'anemometro, ad esempio il nefoscopio, in grado di misurare altre caratteristiche del vento e dei fenomeni più
strettamente connessi al moto delle masse d’aria.
L’etimologia del nome
fa riferimento alla cultura greca, infatti Anemos in greco vuol dire anima,
soffio vitale, e individua quindi qualità divine attribuibili alla capacità di
governare l’aria. Conosciuto in tutto il mondo, l'anemometro ha in realtà origini
italiane. Il suo inventore è stato Leon Battista Alberti, che ideò nel 1450 un primo
modello a lamelle, poi altri scienziati, tecnici e inventori dopo di lui hanno
contribuito a migliorarne le caratteristiche. Va citato in modo particolare John Patterson, meteorologo canadese, che costruì l'anemometro a 3 coppette attualmente in uso.
La sua evoluzione strutturale
e funzionale è evidente dalla serie di brevetti relativi agli anemometri, o comunque
collegati ad essi, che arrivano fino ai giorni nostri, visibili su motori di ricerca come google patent. Evoluzione possibile
anche grazie allo sviluppo della tecnologia che ha permesso l'utilizzo di
ulteriori nuovi materiali. Infatti, il primo anemometro era realizzato in
legno, invece ai giorni nostri esso viene realizzato con leghe metalliche che
risolvono problemi di resistenza meccanica, tra cui anche la corrosione, e lo
rendono estremamente leggero e quindi facilmente installabile e sempre più preciso
nella rilevazione dei dati.
La storia dell’anemometro
ha attraversato il XIX ed il XX secolo i maniera sommessa e lontana dagli onori
della gloria, come è possibile notare dai grafici di google books ngram , scorrendo per lo più tra i pensieri e le attenzioni degli addetti
ai lavori, ma la globalizzazione, la pubblicità, la moltiplicazione
esponenziale dei mezzi di comunicazione di massa alla fine hanno portato alla
ribalta di un interesse più massificato persino questo dispositivo
apparentemente sconosciuto. L'anemometro ha fatto la comparsa nella filmografia
contemporanea attraverso film, come “Into the Storm”, che racconta gli effetti
devastanti di un uragano; all’interno di spot pubblicitari, in particolare
quelli riguardanti imbarcazioni; nei fumetti, lo ritroviamo infatti in
un'edizione di Topolino (pag 15) redatta in onore della giornata mondiale della Terra;
per non parlare dei francobolli, in emissioni speciali di diverse nazioni, in occasione di eventi quali l'inaugurazione di una stazione metereologica in India.
Osservando questo
percorso, piano piano la mia curiosità verso tale apparecchio cresceva, e
perciò ne ho voluto analizzare ogni elemento che lo compone, aiutandomi con
immagini di viste esplose in modo da avere una visione dettagliata e molto
chiara di ogni sua parte. Ho cercato di raccogliere le tematiche toccate
nell'ambito del blog all’interno di una nuvola di nomi, esprimendo poi
l’interdipendenza di alcuni concetti attraverso una mappa concettuale. Ulteriori
curiosità, poi, si possono riscontrare nel post dell’abbecedario e in quello
dei numeri.
Lo sapevi che l’aria
in un uragano si muove a 118 km/h?
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